Siamo di fronte a un caso di
bullismo quando osserviamo prepotenze e
offese da parte di un ragazzo, definito “bullo” (o da parte di un gruppo), nei confronti di un altro
adolescente percepito come più debole, la vittima. Le prevaricazioni vengono ripetute nel tempo,
spesso di fronte ad altri ragazzi, che assumono il ruolo di osservatori.
CAMBIAMENTI SULLA VITA DEI
RAGAZZI. Più le prevaricazioni sono gravi e ripetute, più aumenta la
probabilità di disagio psicologico nella vittima.
Nelle fasi iniziali del fenomeno, la vittima può manifestare il suo malessere
attraverso dolori fisici (mal di
pancia, mal di testa, ecc.); sul piano psicologico possono essere presenti incubi e paura, attacchi d’ansia,
rifiuto della scuola.
Nei casi che durano nel tempo, le
vittime possono riconoscere come unica possibilità per sottrarsi al bullismo
quella di cambiare scuola, o abbandonarla
del tutto. La vittima tende spesso a presentare svalutazione di sé e delle
proprie capacità, insicurezza, problemi sul piano relazionale. Nei casi più
gravi possono comparire veri e propri disturbi
psicologici, d’ansia o depressivi, fino ai tentativi di suicidio.
I bulli, a loro volta, si imbattono in altre conseguenze
psicologiche, legate a difficoltà
scolastiche, interpersonali e mancanza di rispetto per le regole
dell’adulto. A lungo andare possono manifestarsi tratti di personalità antisociali e devianti, con
comportamenti aggressivi e violenti in famiglia o sul lavoro.
C’è poi una terza parte coinvolta: quella
degli osservatori, che si
confrontano con un contesto relazionale difficile, in cui aumenta la paura e l’ansia sociale, e può emergere l’indifferenza, sottovalutando o
ignorando il problema del bullismo.
STATISTICHE IN ITALIA
Circa il 50% dei ragazzi/e (11-17 anni) ha subito qualche episodio offensivo
da altri ragazzi/e durante l’anno. Il 19,8% subisce atti offensivi più volte in
un mese. Per il 9,1% gli atti di prepotenza si ripetono ogni settimana. Parolacce, offese e prese in giro sono
gli atti di bullismo più diffusi; seguono le offese legate all’aspetto fisico e
i gesti violenti. Le ragazze, in percentuale, sono più spesso vittime di
bullismo rispetto ai ragazzi.
LA FAMIGLIA E GLI AMICI. I
ragazzi che vivono in famiglie poco
numerose (meno di quattro persone) dichiara di aver ricevuto prepotenze in
misura maggiore rispetto ai ragazzi con famiglie più numerose. I giovani che incontrano raramente gli amici (al massimo
una volta a settimana) sono più spesso vittime di comportamenti offensivi, rispetto
ai ragazzi che incontrano gli amici quotidianamente.
CYBERBULLISMO Si può definire cyberbullismo l’uso delle tecnologie per intimorire, infastidire,
mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere altri ragazzi. Le
modalità più diffuse sono il pettegolezzo,
la pubblicazione di foto o video imbarazzanti sui social network, l’uso dell’identità della vittima per danneggiare la
sua reputazione. Queste aggressioni possono far seguito a episodi di bullismo
scolastico o riguardare solo il mondo virtuale. Il 5,9 % dei ragazzi/e ha subito ripetutamente azioni persecutorie
tramite sms, e-mail, chat o sui social network. Anche per quanto riguarda il
cyberbullismo, le ragazze sono vittime più spesso dei ragazzi.
BULLISMO OMOFOBICO. Esiste infine
una forma di bullismo sempre più frequente in Italia: il bullismo omofobico. Esso ha come bersagli adolescenti che si dichiarano gay o che lo hanno confidato solo ad
alcune persone, adolescenti che presentano i tratti fisici o le movenze che gli
stereotipi attribuiscono alle persone omosessuali, e adolescenti con familiari
gay/lesbiche.
SUGGERIMENTI PER I RAGAZZI. Il primo passo delle vittime per risolvere
il problema è parlarne in famiglia o con
gli insegnanti, magari con il sostegno di un compagno fidato. Non è un
passo facile, spesso le vittime possono infatti trovare alcuni ostacoli: la
vergogna per gli episodi avvenuti, o la paura di sembrare un debole o una spia.
L’errore principale da evitare è l’isolamento, è invece utile per i
ragazzi continuare a condurre la propria vita sociale, frequentando la scuola,
gli amici e le attività di svago nel tempo libero, insomma decidere di
continuare a vivere normalmente!
Dati: www.istat.it - Report bullismo (2014)
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