mercoledì 23 marzo 2016

Il bullismo fra gli adolescenti

Siamo di fronte a un caso di bullismo quando osserviamo prepotenze e offese da parte di un ragazzo, definito “bullo” (o da parte di un gruppo), nei confronti di un altro adolescente percepito come più debole, la vittima.  Le prevaricazioni vengono ripetute nel tempo, spesso di fronte ad altri ragazzi, che assumono il ruolo di osservatori.


CAMBIAMENTI SULLA VITA DEI RAGAZZI. Più le prevaricazioni sono gravi e ripetute, più aumenta la probabilità di disagio psicologico nella vittima. Nelle fasi iniziali del fenomeno, la vittima può manifestare il suo malessere attraverso dolori fisici (mal di pancia, mal di testa, ecc.); sul piano psicologico possono essere presenti incubi e paura, attacchi d’ansia, rifiuto della scuola.
Nei casi che durano nel tempo, le vittime possono riconoscere come unica possibilità per sottrarsi al bullismo quella di cambiare scuola, o abbandonarla del tutto. La vittima tende spesso a presentare svalutazione di sé e delle proprie capacità, insicurezza, problemi sul piano relazionale. Nei casi più gravi possono comparire veri e propri disturbi psicologici, d’ansia o depressivi, fino ai tentativi di suicidio.
I bulli, a loro volta, si imbattono in altre conseguenze psicologiche, legate a difficoltà scolastiche, interpersonali e mancanza di rispetto per le regole dell’adulto. A lungo andare possono manifestarsi tratti di personalità antisociali e devianti, con comportamenti aggressivi e violenti in famiglia o sul lavoro.
 C’è poi una terza parte coinvolta: quella degli osservatori, che si confrontano con un contesto relazionale difficile, in cui aumenta la paura e l’ansia sociale, e può emergere l’indifferenza, sottovalutando o ignorando il problema del bullismo.

STATISTICHE IN ITALIA
Circa il 50% dei ragazzi/e (11-17 anni) ha subito qualche episodio offensivo da altri ragazzi/e durante l’anno. Il 19,8% subisce atti offensivi più volte in un mese. Per il 9,1% gli atti di prepotenza si ripetono ogni settimana. Parolacce, offese e prese in giro sono gli atti di bullismo più diffusi; seguono le offese legate all’aspetto fisico e i gesti violenti. Le ragazze, in percentuale, sono più spesso vittime di bullismo rispetto ai ragazzi.
LA FAMIGLIA E GLI AMICI. I ragazzi che vivono in famiglie poco numerose (meno di quattro persone) dichiara di aver ricevuto prepotenze in misura maggiore rispetto ai ragazzi con famiglie più numerose. I giovani che incontrano raramente gli amici (al massimo una volta a settimana) sono più spesso vittime di comportamenti offensivi, rispetto ai ragazzi che incontrano gli amici quotidianamente.

CYBERBULLISMO Si può definire cyberbullismo l’uso delle tecnologie per intimorire, infastidire, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere altri ragazzi. Le modalità più diffuse sono il pettegolezzo, la pubblicazione di foto o video imbarazzanti sui social network, l’uso dell’identità della vittima per danneggiare la sua reputazione. Queste aggressioni possono far seguito a episodi di bullismo scolastico o riguardare solo il mondo virtuale. Il 5,9 % dei ragazzi/e ha subito ripetutamente azioni persecutorie tramite sms, e-mail, chat o sui social network. Anche per quanto riguarda il cyberbullismo, le ragazze sono vittime più spesso dei ragazzi.
BULLISMO OMOFOBICO. Esiste infine una forma di bullismo sempre più frequente in Italia: il bullismo omofobico.  Esso ha come bersagli adolescenti che si dichiarano gay o che lo hanno confidato solo ad alcune persone, adolescenti che presentano i tratti fisici o le movenze che gli stereotipi attribuiscono alle persone omosessuali, e adolescenti con familiari gay/lesbiche.


SUGGERIMENTI PER I RAGAZZI. Il primo passo delle vittime per risolvere il problema è parlarne in famiglia o con gli insegnanti, magari con il sostegno di un compagno fidato. Non è un passo facile, spesso le vittime possono infatti trovare alcuni ostacoli: la vergogna per gli episodi avvenuti, o la paura di sembrare un debole o una spia. L’errore principale da evitare è l’isolamento, è invece utile per i ragazzi continuare a condurre la propria vita sociale, frequentando la scuola, gli amici e le attività di svago nel tempo libero, insomma decidere di continuare a vivere normalmente!

Dati: www.istat.it - Report bullismo (2014)

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